You are here
Linea Storica, denuncia dei privati alla Procura della Repubblica di Salerno Attualità Cronaca 

Linea Storica, denuncia dei privati alla Procura della Repubblica di Salerno

Vicenda della linea ferroviaria “storica” interrotta dal gennaio scorso tra Salerno e Vietri sul Mare per uno smottamento che ha bloccato il transito dei convogli. I proprietari della casa che si trova immediatamente sopra i binari, hanno presentato, tramite l’avvocato Michele Sarno. Una denuncia alla Procura della Repubblica di Salerno contro il sindaco del Comune di Salerno, Vincenzo Napoli, la società Rete ferroviaria italiana e il ministero dei Trasporti. I reati ipotizzati sono disastro ferroviario, delitti colposi in danno e delitti colposi in pericolo. Nella denuncia, come si legge su Il Mattino, gli eredi Caiafa hanno sottolineato che l’immobile, confinante con i binari delle Ferrovie dello Stato, da tempo «subisce innumerevoli danni a causa del passaggio continuo dei treni”.

La storia geologica relativa agli eventi franosi – si legge nella denuncia – è atta a dimostrare non solo le condotte di abuso d’ufficio ed omissione ma delineano anche delitti contro l’incolumità pubblica” a partire “dall’alluvione del 1954 in occasione della quale si verificava un primo divellamento dei binari”. Nella denuncia i proprietari dell’edificio ricostruiscono le varie vicissitudini fino ad arrivare allo smottamento dello scorso gennaio che, a loro avviso, è riconducibile a comportamenti omissivi di Ferrovie dello Stato in quanto il muro di contenimento che divide i binari dalla proprietà, in virtù delle particelle catastali, ricade nella proprietà della Spa.

“Gli eventi del 1954 dovevano rappresentare un campanello d’allarme per le Istituzioni in merito al rischio idrogeologico della zona invece nel 2013 l’autorità portuale ha anche avviato i lavori di scavo per il progetto Porta Ovest”, sotto la zona interessata dalla frana. Già in quella circostanza il Comune di Salerno emise un’ordinanza per la messa in sicurezza della zona ai danni ella famiglia Caiafa. Lavori poi eseguiti in danno e per i quali il Comune chiese ai privati il pagamento di una somma di 248mila euro. A causa dei lavori, ci fu una ulteriore caduta di massi nel 2014. Anche in questo caso i lavori furono eseguiti in danno ai Caiafa. «Il Comune – scrive l’avvocato Sarno nella denuncia – sapeva che quella era una zona a rischio e che i lavori di Porta Ovest causavano danni”.

“La proprietà Caiafa – spiega il legale – è in una zona ad alto rischio idrogeologico sulla quale insistono numerose opere pubbliche.  La stabilità del fabbricato è stata danneggiata presumibilmente dalle continue vibrazioni dei treni e dalla incuria degli impianti radicali della vegetazione non oggetto della dovuta manutenzione ordinaria di Rfi e impianto radicali che hanno agito come leve nella roccia. Alla prima trattativa svoltasi davanti al prefetto la famiglia Caiafa ha dichiarato piena disponibilità, in virtù dell’interesse pubblico preminente, consentendo l’accesso alla proprietà a Rfi per la progettazione dell’opera che doveva avvenire con cessione del bene e a carico della stessa”. “Al secondo incontro davanti al prefetto – scrive Sarno – la società ha mostrato una totale chiusura alla trattativa. Tutto ciò, oltre a condannare la famiglia a un ergastolo economico poiché la cifra dell’abbattimento a carico dei privati e di circa 900 mila euro che si aggiungono ai circa 400 mila euro chiesti per la messa in sicurezza del costone a valle della stessa proprietà. Un fabbricato costruito da un antenato dei Caiafa, eroe di guerra, bene che era vincolato dalla sovraintendenza e rispetto al quale Rfi non mostra neanche di voler valutare soluzioni alternative all’abbattimento, con minori spese e tempi più rapidi. Una proprietà dalla quale Rfi trae vantaggi economici, imputando le spese a carico dei privati”.

scritto da 







Related posts